giovedì 22 ottobre 2009

Ensenada Honda….Colombia!

Il vento tiene, anzi aumenta fino a 25 nodi e viaggiamo a 7.5 nodi al gran lasco sotto un cielo stellato che toglie il fiato.
Navigare al gran lasco con Aquarius è una cosa fantastica. La barca è veloce e stabile, leggermente sbandata sottovento. La teniamo al limite di sgonfiamento del genoa con la scotta passata in una pastecca all’estremità del boma. Il mare è ricchissimo di plancton e la scia resta luminosissima di migliaia di puntini fosforescenti che si perdono nel blu della notte.
Verso le due del mattino arriviamo al punto di cambiamento di rotta a nord dei Monaci, strambiamo di randa e tangoniamo in poppa.
Navighiamo in rotta diretta verso il primo ormeggio colombiano, Baia Honda. Alcuni dicono che è impraticabile e con poca profondità ma le nostre carte danno un buon dettaglio ed a parte un paio di pericoli all’entrata, tutto sembra a posto. In mare non incontriamo nessuno e navighiamo in una zona considerata impraticabile fino a qualche anno fa. Certo che fa una bella emozione.
Ecco, avvistiamo costa, ci avviciniamo con le antenne ritte in testa. Qui i segnali di navigazione semplicemente non esistono. Un grande banco du stenelle maculate ci dà il benvenuto.











Sono cira le 11 del mattino quando entriamo attraverso la bocca rocciosa che protegge questa grande baia dalle onde del mare aperto. Soffia un vento teso ed entriamo sotto velatura ridotta: trinchetta e maestra con gli occhi incollati allo scandaglio ed al gps. L’acqua è torbida e non è possibile stimare la profondità a vista. Navighiamo controllando la corrispondenza tra la carta e lo scandaglio e sembrq che i dati siano affidabili. Le batimetriche coincidono perfettamente. Arriviamo al punto di ancoraggio, ammainiamo la trinchetta e diamo fondo all’ancora. Eccoci in Colombia!
Il paesaggio è lunare, le rocce gialle si fondono con grandi dune sabbiose e sulla parete rocciosa in fondo alla baia s’intravedono degli arbusti incurvati dal vento.
Il riparo è buono ma il vento lo rende poco ospitale. Alcune persone si sono arrampicate su una collinetta poco distante per guardarci. Non devono passare molte barche quaggiù. La carta mostra un villaggio poco lontano, probabilmente saranno già tutti informati del nostro arrivo.
Una rudimentale barca a vela ci accosta, due uomini ci salutano in spagnolo ma poi riusciamo a fatica a comunicare. Probabilmente parlano il loro dialetto ed il nostro castigliano deve suonargli un po’ incomprensibile.
Ci dicono che sono pescatori di scampi e che la baia ne è piena durante la stagione ventosa…ora ci saranno 30 nodi. Ma quanto azz di vento c’è in stagione???
Uno ha un bimbo di un anno e gli regaliamo un paio di magliettine di Pablo. Non devono trovare molte cose al villaggio.
Ci sentiamo osservati ma sembra tutto a posto. Rimaniamo in campana ma ci sentiamo tranquilli e ci prendiamo il nostro meritato riposo.







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