Una mamma megattera passa con il suo piccolo sottovento a Saint Vincent. Usciamo da Cumberland in osservazione e li ritroviamo qualche miglio più a sud. Quando ci vedono il piccolo comincia a saltare, a fare avvitamenti e battere la coda. Vuole avvicinarsi alla barca ma la madre lo tiene vicino. Quanta tenerezza in quei giochi da cucciolo. E quanto amore in quella mamma preoccupata per il suo piccolo... esattamente come ogni altra madre!
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venerdì 1 marzo 2013
giovedì 31 marzo 2011
Soffia!
Stiamo navigando verso Saint Vincent, dove si avvia a conclusione l'ultima crociera della stagione. Siamo tutti in relax, chi chiacchiera, chi prende l'ultimo sole, chi guarda il mare...
In lontananza percepisco un movimento nell'acqua... guardo meglio, aspetto qualche secondo... non ci sono dubbi! È un soffio! Un maestoso capodoglio nuota a qualche centinaio di metri.
Non dico nulla ed accosto lentamente per avvicinarlo in modo corretto: nessuno si accorge di nulla, solo Enrica rileva il cambio di rotta e subito dopo la presenza del cetaceo. Quando sono oramai abbastanza vicino, faccio un cenno e dico: "capodoglio a prua!". A bordo l'eccitazione è massima! Il capodoglio respira una decina di volte, poi si immerge nelle profondità del mare alla ricerca del suo cibo preferito: il calamaro gigante.
Qualche bello scatto, poi riprendiamo rotta per Cumberland. All'arrivo, relax e giochi di bimbi.
In lontananza percepisco un movimento nell'acqua... guardo meglio, aspetto qualche secondo... non ci sono dubbi! È un soffio! Un maestoso capodoglio nuota a qualche centinaio di metri.
Non dico nulla ed accosto lentamente per avvicinarlo in modo corretto: nessuno si accorge di nulla, solo Enrica rileva il cambio di rotta e subito dopo la presenza del cetaceo. Quando sono oramai abbastanza vicino, faccio un cenno e dico: "capodoglio a prua!". A bordo l'eccitazione è massima! Il capodoglio respira una decina di volte, poi si immerge nelle profondità del mare alla ricerca del suo cibo preferito: il calamaro gigante.
Qualche bello scatto, poi riprendiamo rotta per Cumberland. All'arrivo, relax e giochi di bimbi.
venerdì 18 febbraio 2011
Escursione alle Dark View falls
Insieme a Carlos, prendiamo il taxi per andare a vedere le cascate di Dark View.
Un'escursione che con una breve camminata ci porta nel cuore delle foresta tropicale.
Nel pomeriggio una breve navigazione ci riporta a Blue Lagoon: passiamo davanti all'arco dei "Pirati dei Caraibi", ed ecco i delfini che vengono a giocare con Selavì!
Un'escursione che con una breve camminata ci porta nel cuore delle foresta tropicale.
Nel pomeriggio una breve navigazione ci riporta a Blue Lagoon: passiamo davanti all'arco dei "Pirati dei Caraibi", ed ecco i delfini che vengono a giocare con Selavì!
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Si parte! |
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Vista di Cumberland Bay |
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Le baie di Saint Vincent sono scoscese. |
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Eccoci al bivio... l'antico ponte di bambù o ponte nuovo? |
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Scalini intagliati nei tronchi |
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La prima cascata |
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Vegetazione lussureggiante |
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Ecco la seconda cascata! |
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Stupenda! |
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Ma cosa ha trovato Carlos? |
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Un gamberetto di fiume! |
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Discesa nel torrente |
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Il sentiero è immerso nella vegetazione |
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L'Arco dei Pirati! |
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Arrivano i delfini! |
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Che foto! |
giovedì 5 marzo 2009
Balene in vista!
Siamo partiti da Young Island da poco più di mezz'ora quando una "mangianza" (banchetto di uccelli marini e pesci predatori a danno di un banco di piccoli pesci) ci attira l'attenzione.
C'è parecchio movimento, più del solito! All'improvviso salta fuori una megattera.
Gli spruzzi parlano chiaro, siamo di fronte a un banchetto in acque tropicali. Una delle rare occasioni di alimentazione delle balene in periodo di riproduzione invernale.
Ci avviciniamo e lo spettacolo è fantastico! Tre megattere, due adulti ed un giovane di almeno un paio d'anni si stanno alimentando acrobaticamente in un grande banco di pesci.
Fanno passaggi a fior d'acqua mettendosi su un fianco con la bocca aperta, vediamo distintamente i fanoni e le pliche golari. Le balene vanno ora a destra, ora a sinistra, si avvicinano ad Aquarius, sempre più vicine ed una...si affianca quasi a sfiorare la fiancata, prende fiato, si immerge appena e scivola lentamente sotto la prua ruotando su un fianco come per guardarci da vicino. Qualcuno prende anche paura, ma il momento lascia tutti quanti esterrefatti, impressionati, innamorati dalla bellezza e dalla grazia di questi maestosi animali.
La nostra gioia è di breve durata, in lontananza vediamo avvicinarsi la barca dei cacciatori di balene di Bequia (che è un gran bel posto ma ha questo grande difetto) al rimorchio di una barca a motore.
La loro è una deroga per "caccia aborigena di sussistenza" che prevede l'impiego di mezzi arcaici: vela, remi ed arpioni a mano.
Nella realtà di aborigeno c'è poco: si fanno trainare fino a raggiungere le balene e solo allora issano le vele per compiere l'ultima manovra di approccio. L'arpione a mano viene allora utilizzato per sferrare il primo colpo, ma subito dopo l'animale viene finito con un fucile a cartucce esplosive.
Il tutto per poi vendere la carne in un paese dove c'è abbondanza di pesce, capre, mucche e polli...Ma dov'è la sussistenza??
Comunque conosciamo bene la solfa. Sono cacciatori della domenica e sono capaci unicamente di catturare madri con cucciolo appena nato, cosa peraltro vietata.
Oggi infatti, forse anche grazie al tempo che noi abbiamo trascorso con gli animali, non riescono neanche ad avvicinare le balene e dopo tre miseri tentativi rinunciano e se ne tornano a casa senza niente.
Ora si! Siamo felici!
E lo saremmo ancora di più se i governi, tutti, si rendessero conto della preziosità di queste creature e di quanto stupido sia continuare a cacciarle.
Grazie Carlo per le splendide foto di quest'incontro!!


C'è parecchio movimento, più del solito! All'improvviso salta fuori una megattera.
Gli spruzzi parlano chiaro, siamo di fronte a un banchetto in acque tropicali. Una delle rare occasioni di alimentazione delle balene in periodo di riproduzione invernale.
Ci avviciniamo e lo spettacolo è fantastico! Tre megattere, due adulti ed un giovane di almeno un paio d'anni si stanno alimentando acrobaticamente in un grande banco di pesci.
Fanno passaggi a fior d'acqua mettendosi su un fianco con la bocca aperta, vediamo distintamente i fanoni e le pliche golari. Le balene vanno ora a destra, ora a sinistra, si avvicinano ad Aquarius, sempre più vicine ed una...si affianca quasi a sfiorare la fiancata, prende fiato, si immerge appena e scivola lentamente sotto la prua ruotando su un fianco come per guardarci da vicino. Qualcuno prende anche paura, ma il momento lascia tutti quanti esterrefatti, impressionati, innamorati dalla bellezza e dalla grazia di questi maestosi animali.
La nostra gioia è di breve durata, in lontananza vediamo avvicinarsi la barca dei cacciatori di balene di Bequia (che è un gran bel posto ma ha questo grande difetto) al rimorchio di una barca a motore.
La loro è una deroga per "caccia aborigena di sussistenza" che prevede l'impiego di mezzi arcaici: vela, remi ed arpioni a mano.
Nella realtà di aborigeno c'è poco: si fanno trainare fino a raggiungere le balene e solo allora issano le vele per compiere l'ultima manovra di approccio. L'arpione a mano viene allora utilizzato per sferrare il primo colpo, ma subito dopo l'animale viene finito con un fucile a cartucce esplosive.
Il tutto per poi vendere la carne in un paese dove c'è abbondanza di pesce, capre, mucche e polli...Ma dov'è la sussistenza??
Comunque conosciamo bene la solfa. Sono cacciatori della domenica e sono capaci unicamente di catturare madri con cucciolo appena nato, cosa peraltro vietata.
Oggi infatti, forse anche grazie al tempo che noi abbiamo trascorso con gli animali, non riescono neanche ad avvicinare le balene e dopo tre miseri tentativi rinunciano e se ne tornano a casa senza niente.
Ora si! Siamo felici!
E lo saremmo ancora di più se i governi, tutti, si rendessero conto della preziosità di queste creature e di quanto stupido sia continuare a cacciarle.
Grazie Carlo per le splendide foto di quest'incontro!!


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