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domenica 10 novembre 2013

Trinidad, un caso su cui riflettere.

Chaguaramas, la baia principale di Trinidad, è la dimostrazione di quanto l'essere umano possa essere cieco di fronte ai danni ambientali irreversibili che sta provocando. Intorno all'industria dell'estrazione si sviluppa un degrado ambientale di livello tale da stravolgere tutto, dall'aria all'acqua, al modo di agire delle persone. Il mare è ricoperto di spazzatura, l'aria è satura e sporca, perfino il cielo è sempre grigio e la gente non trova nulla di strano nel gettare in acqua ogni genere di rifiuto. Eppure è un'isola evoluta. Si sente odore di soldi, tanti soldi, e poi siamo ai tropici anzi, ai Caraibi! Che cosa manca? Qual'è il "click" che potrebbe far aprire gli occhi ed imparare che "rispettare l'ambiente è rispettare la vita!"??


Esercitazione anti-incendio sopravento all'ancoraggio ed al porto. Dei geni!

Mezzi naviganti di ogni tipo e provenienza manovrano a distanza ravvicinata nell'unica zona preposta all'ancoraggio delle barche a vela, mentre la pilotina sfreccia all'impazzata da una parte all'altra sollevando onde che ti sparecchiano la tavola ogni due minuti.



Un gesto che potrebbe sembrar di riguardo per l'intrattenimento del mondo marino.
Peccato che i pesci non guardino la televisione. No comment!

giovedì 7 novembre 2013

Splash!!

È il momento di riposizionare il boma: prima di issarlo sostituiamo una parte dei rivetti che mantengono la ferramenta con bulloni in acciaio, accuratamente isolati con TefGel. Drizza, amantiglio, bulloni e rondelle, ecco che il boma torna al suo posto. Con la modifica apportata la trozza sarà molto più solida ed affidabile!

L'emozione del carrello che si avvicina alla barca per finalmente tornare in acqua è unica! Una rapida occhiata agli ultimi dettagli... tutto a posto! Si sale a bordo e si attraversa il cantiere osservando il mondo dall'alto.

Una volta nello scalo inseriamo i timoni ed il carrello si abbassa fino a quando Selaví riprende a galleggiare... motori in moto, un'occhiata alle sentine e via! Una volta ancora liberi!!

L'ormeggio di Chaguaramas è probabilmente uno dei più brutti dei Caraibi, ma questa sera il tramonto ci sembra bellissimo! Un brindisi alla nuova avventura che inizia!!

Si rimonta la ferramenta isolando le superfici in contatto tra acciaio ed alluminio con del Tefgel,
un grasso isolante per evitare la corrosione galvanica dell'alluminio.

Bulloni e dadi nylstop al posto dei rivetti! La ferramenta dei punti di aggancio delle borose l'abbiamo eliminata.
Preferiamo la gassa intorno al boma...quella non rischia di strapparsi.

Verifica del posizionamento ed inserimento delle rondelle in teflon...

Di fatto abbiamo imboccolato in inox tutte le parti in cui lavora l'asse orizzontale della trozza.
Ora il boma è pronto per altre migliaia di miglia!

Il carrello si infila sotto al catamarano per sollevarlo.

Don è molto concentrato, siamo uno dei catamarani più grandi in cantiere! È la prima volta che il manager di un cantiere esegue personalmente la movimentazione della barca. Persona di incredibile gentilezza e competenza. Grazie Don!

Il timone a passeggio, per essere inserito al suo posto nello scalo.

Curva stretta intorno ad un altro catamarano :-)

Ecco il mare!

SPLASH! Bentornata in acqua Selavì
Tramonto all'ancora a Chaguaramas :-)

mercoledì 6 novembre 2013

Quasi pronti...

I giorni in cantiere scorrono veloci! Il boma torna in coperta, con la sua bella boccola nuova: una grande sicurezza per affrontare la traversata.
Rimesso al suo posto l'oblò, dedichiamo la giornata a carteggiare la carena per ravvivare l'antivegetativa.
In 30 anni di carenaggi annuali è la prima volta che non ci dobbiamo preoccupare della pittura!
Evviva l'antivegetativa permanente! Per saperne di più:
http://www.sail4change.org/vela-barche/antivegetativa-ecologica/

Pablo collabora nella manutenzione, fa domande ed impara ogni cosa.
Perché si mettono gli zinchi, papà? E mentre si carteggia e si avvita mamma racconta la storia di quell'alluminio, regalone di elettroni, che si ritrovava sempre coi buchi....


Drizze e paranchi per reimbarcare il boma.

La modifica che abbiamo realizzato per migliorare il punto di lavoro della trozza.
Vai di SicaFlex! Si incolla l'oblò!

Grande concentrazione per fissare gli zinchi del saildrive.

Un lavoretto divertente da fare con papà...

Rinnovare i ventilatori con la pittura a spruzzo!

domenica 3 novembre 2013

Ultimi lavoretti...

Un oblò laterale aveva iniziato negli ultimi tempi a far filare un poco di acqua. È una riparazione semplice che però richiede grande cura, perché il sigillante aderisca perfettamente alla superficie dello scafo.
Ecco qualche immagine di una tranquilla domenica di cantiere :-)...


Smontaggio dell'oblò

Preparazione della superficie di alluminio.

Preparazione del gel-coat

Pablo impara a stuccare con un prodotto bicomponente... scuola di rapidità e precisione!

sabato 2 novembre 2013

Come proteggere le eliche in alluminio.

Siamo contenti di vedere che le eliche, che sono di alluminio, hanno gradito la prossimità con l'antivegetativa rame - epossidica e non hanno tracce di corrosione.
Il primer che abbiamo usato due anni fa non ha tenuto bene e questa volta proviamo con un ciclo di pitturazione della Jotun: 1) self etch primer. 2) primer vinilico per antivegetative. 3) antivegetativa per eliche e sail drive.



Le eliche in fase di carteggiatura.
La fase di preparazione è meticolosa, il metallo deve essere portato a nudo prima di iniziare la pitturazione.

Eccoci pronti!

Pablo è sempre più interessato alla parte tecnica della manutenzione di Selavì ed oggi si avvicina alla preparazione del primer bicomponente.

Per comodità pitturiamo le eliche sui loro saildrive.
Ecco un'elica pronta ed un dettaglio della carena.

Eliche in asciugatura. 1 ora e passiamo alla seconda fase del trattamento.
Applicato il primer vinilico. Prossima tappa: antivegetativa.

venerdì 1 novembre 2013

Ritorno a bordo, al lavoro!

Tre giorni di viaggio, il Sudamerica da sud a nord, Buenos Aires, Caracas, Port of Spain...

Arrivati a bordo a Chaguaramas nemmeno il tempo di pensare! Ci mettiamo subito ai lavori per approfittare al massimo del tempo in cantiere. La stagione di crociere incalza: fra un mesetto il primo imbarco e le crociere continueranno ininterrotte sino ad aprile. Subito dopo partiremo per Panama e le Galapagos.
Non sono previste altre soste tecniche prima della Traversata dell'Oceano Pacifico.

Preparare una barca per una traversata significa prevedere per quanto possibile quali saranno i punti sottoposti a sforzi e logorii, e rinforzarli per evitare rotture. Va detto che Selaví è una barca che ama l'Oceano: quando traversammo l'Atlantico nel 2010 per tornare ai Caraibi tutta l'attrezzatura si comportò in modo eccellente.

Un punto che può dare problemi in traversata è la trozza, ovvero l'articolazione fra boma ed albero. Selaví ha una randa imponente e gli sforzi durante una lunga navigazione possono essere notevoli. La rinforzeremo inserendo una boccola che non si usuri con le miglia. (... amici velisti... tutti a controllare la trozza! :-))

Per fare questo è necessario portare il boma in officina.
Il boma di Selaví pesa un buon 80 chili, per quasi 7 metri di lunghezza. Drizza, amantiglio, scotta, borose, cime e cimette varie, consentono di manovrarlo in sicurezza, ma scollegare tutto e portarlo fuori dalla barca è tutt'altra storia! Una bella mattinata di lavoro, e finalmente il boma è appoggiato a terra.

Ne approfittiamo per far saltare tutti i rivetti e cambiarli isolando bene la ferramenta dal boma.
Alluminio ed inox non andranno mai d'accordo, qualsiasi cosa si faccia!





Fase 1: sfiliamo il lazy bag e solleviamo la vela dal boma.

Scolleghiamo la trozza, sostenendo il boma con drizza ed amantiglio.


Boma appoggiato in coperta! Fase 1 completata!
Un sistema di cime per sollevare il boma con la drizza.
Ecco fatto! Boma a terra!

lunedì 26 agosto 2013

In secca!

I mesi di settembre ed ottobre non sono ideali per la navigazione fra le isole dei Caraibi.
Il rischio di tempeste aumenta e la stagione può diventare piovosa.

Nell'attesa che gli Alisei si ristabiliscano, in Novembre, quest'anno abbiamo deciso di mettere Selaví in secca e regalarci un magnifico viaggio che sogniamo da tempo. Selaví, grazie allo speciale rivestimento ecologico dell'opera viva, non ha bisogno dell'annuale ciclo di pittura antivegetativa: il cantiere non è un'esigenza.
Tuttavia, poiché il nostro viaggio durerà un paio di mesi, preferiamo lasciarlo "all'asciutto".

La scelta del cantiere è difficile: non vogliamo utilizzare un travel lift per evitare di sollecitare la struttura. Serve un'attrezzatura adeguata per alare il catamarano senza danneggiare antivegetativa, un ragionevole grado di sicurezza dal punto di vista meteo ed un cantiere con sorveglianza assicurata. L'isola di Trinidad è la migliore opzione: i cantieri si affacciano uno a fianco all'altro sulla baia di Chaguaramas, e l'isola si trova al di fuori della zona di passaggio degli uragani.

Fra i vari, abbiamo scelto Power Boats: aleranno Selaví con uno speciale carrello specialmente concepito dal manager, Don, per sollevare i catamarani senza rischi.
Alle 9.00 di mattina, il cantiere ci chiama in radio: lasciamo la boa ed entriamo nello scalo. La manovra non è semplice, si devono posizionare con cura i due sostegni sotto alla nassella: tutto il peso appoggerà su queste due strutture una volta la barca sollevata.
Quando finalmente tutto è a posto, Selaví viene portato in una breve passeggiata attraverso il cantiere, sino ad essere "parcheggiato" a fianco di un altro catamarano. Ci siamo!
Abbiamo pochissimo tempo, domani mattina all'alba saremo già in volo. Per fortuna la più grande parte dei preparativi è già stata fatta. Come se non bastasse, siamo anche tenuti a sbrogliare una serie di pratiche amministrative di immigrazione e dogana, per conquistare il nostro diritto a lasciare il Paese l'indomani via aerea.

Giornata piena, fra acquazzoni ed arcobaleni :-)



Ingresso nello scalo, Selavì è già posato sul carrello.

Posizionamento dei tacchi di supporto su cui distribuire buona parte delle 10 tonnellate del catamarano

Il trattore è in posizione

Le forme curve della nassella complicano il posizionamento dei tacchi

Con un po' di pazienza...e parecchia sorveglianza da parte nostra, anche i tacchi vanno a posto.

Il trattore ci porta al nostro posto di stazionamento

Con perizia ed attenzione, Don, il manager in persona, dirige le operazioni e guida il trattore nelle delicate manovre

Eccoci appoggiati a terra! Una vista del carrello

Tutto è estremamente ordinato, inoltre siamo posati su una soletta di cemento

Notate l'antivegetativa: in acqua da due anni e mezzo e non abbiamo neanche fatto il lavaggio ad alta pressione!

Ecco la nostra barca finalmente a riposo.  Per creare un clima secco all'interno ed evitare i possibili danni legati all'umidità in clima caldo abbiamo noleggiato un deumidificatore automatico regolato al 50% di umidità.

Quest'immagine ci augura un buon viaggio. Partiremo domattina ma torneremo presto a bordo. Ciao Selavì!