venerdì 2 ottobre 2009

Curacao!

Partiamo da Bonarie per continuare la nostra rotta verso ovest, oggi solo una quarantina di miglia da percorrere fino all’isola di Curacao.

Navighiamo di conserva con Badinguet ad una manciata di miglia di distanza. E’ una giornata splendida di vento e sole ed Aquarius al gran lasco avanza gongolandosi sulle onde.

La rotta ci porta in direzione di Klein Curacao ( che ci hanno descritto come un’isoletta da sogno) dove atterriamo verso mezzogiorno con l’idea di mangiare un boccone e farci un bagno.

L’isola è piatta e brulla, l’ancoraggio è rolloso, l’acqua è torbida ed il capitano di un barcozzo portaturisti ormeggiato con ancora e cima a terra, al nostro arrivo suona tre colpi di tromba (segnale sonoro di macchine indietro) gesticolando come un ossesso.

Macchine indietro? Ma se è gia sulla spiaggia?

Vabbè un benvenuti poco caloroso da qualcuno che ha probabilmente poche idee ma ben confuse.

Scendiamo a terra tra capanne abbandonate e cespugli spinosi e ci dirigiamo sulla costa al vento verso il vecchio faro.

Intravediamo i relitti di un cargo e di una barca a vela, monito di quanto possa costare caro un’attimo di disattenzione. La barca è un Mikado di 17 metri costruita una ventina d’anni fa che, a parte la murata di sinistra sfondata, ha ben resistito agli attacchi delle onde.

Abbiamo visto barche più moderne incagliarsi e trascorrere una notte sbattendo sugli scogli. Al mattino ne rimanevano solo pochi brandelli sparsi qua e là. Da riflettere!

Le autorità di Curacao non gradiscono che le barche si fermino a Klein Curacao prima di aver fatto le formalità quindi limitiamo la sosta al minimo indispensabile e ripartiamo verso l’ancoraggio di Spanish Water.

Questa è una laguna diramata in mille bracci con uno stretto canale di ingresso ed una serie di zone di ancoraggio autorizzate.

Il posto è affollato e tutto sembra molto organizzato: ancoraggio A, ancoraggio B, ancoraggio C, insomma tutto è scritto, controllato. Il gommone del guardacoste gira spavaldo a tutta velocità con quell’aria che non capisci se sono li per proteggerti o per minacciarti…ma questa è storia comune in tanti altri posti.




















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